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Associazione nata dalla necessita’ di promuovere la produzione italiana di sedie nel mondo che organizza la famosa manifestazione fieristica di Udine.

 

 

 

 

 

 

PROMOSEDIA – PER IL SALONE INTERNAZIONALE DELLA SEDIA

L’ eccezionale specializzazione del Triangolo della Sedia ha ben presto suscitato l’esigenza di una manifestazione fieristica in grado di richiamare in zona i potenziali acquirenti internazionali e di costituire un grande appuntamento-confronto per tutti gli operatori del mondo della seduta: produttori, importatori, grossisti, buyer, catene d’acquisto, dettaglianti, contractor, rappresentanti, albergatori, ristoratori, designer, architetti, giornalisti e così via.

Da qui la nascita della manifestazione che, da vetrina della produzione locale di sedute, è cresciuta via via negli anni fino ad ottenere, nel 1983, la qualifica di Internazionale. L’esposizione si è quindi allargata sempre di più ad aziende collocate su tutto il territorio nazionale, fino ad espandersi a produttori europei e, negli ultimi anni, ad aziende manufatturiere d’oltre oceano. Anche il numero e la provenienza dei visitatori specializzati, che ormai da molti anni giungono da ogni parte del mondo, è in continuo incremento.

Ogni anno lo staff di Promosedia organizza il Salone Internazionale della Sedia di Udine: una manifestazione unica al mondo che nel 1998 ha festeggiato la sua 22.ma edizione.

In favore del Salone, che per la sua importanza rappresenta il culmine dell’attività di Promosedia, viene svolta durante tutto l’arco dell’anno un’intensa attività di preparazione e promozione che va dall’aggiornamento della banca dati, all’individuazione ed al successivo contatto con potenziali espositori e visitatori italiani e stranieri, all’organizzazione di manifestazioni di design ed eventi culturali, collaterali al Salone al fine di avvicinare un pubblico sempre più vasto e qualificato.

Il Salone Internazionale della Sedia, oltre all’unicità della sua tematica, presenta infatti un altro aspetto importante ed interessante: la straordinaria vicinanza tra il momento espositivo e la realtà produttiva del Triangolo della Sedia. Un distretto industriale ufficialmente riconosciuto e costituito, per la maggior parte, da piccole e medie aziende che, altrimenti, non potrebbero sostenere le difficoltà e l’onere di un loro “incontro” con il meglio degli operatori internazionali del settore.

Assolutamente non marginale è, infine, la possibilità offerta ai visitatori di conoscere più in generale il Friuli-Venezia Giulia e di poter verificare sia la straordinaria vocazione produttiva che l’offerta culturale, tradizionale e turistica di questa Regione.

LA SEDIA FRIULANA DAL MEDIOEVO ALL’ITALIAN STYLE

Risale all’alto medioevo uno dei primi inizi della “sedimentazione” dell’industria sediaria in Friuli: è un dettaglio dell’Ara di Ratchis, fra le più importanti testimonianze della civiltà longobarda in Italia, a Cividale del Friuli, nei pressi di Udine.

Secoli più tardi, è l’influenza della vicina Venezia, uno dei centri irradiatori del Rinascimento, a farsi sentire: falegnami ed intagliatori friulani operano nella città dei Dogi già dal ‘400, riproponendo in patria modelli di sedie venete fino al ‘700 e oltre. Contemporaneamente alle sedie destinate ai ceti elevati, la nascente industria friulana sviluppa una produzione più di massa: inizialmente imitando i modelli “nobili” e, successivamente, dando vita alla seduta impagliata, ormai entrata nella storia dell’arredo.

Nell’800, l’apertura delle comunicazioni ferroviarie e marittime determina il primo “boom” della sedia friulana. Marocca e Marsigliese: questi i nomi di due tipi di sedie prodotte a Mariano del Friuli che, per la loro robustezza, fanno epoca oltre che la fortuna del primo consorzio di seggiolai istituito in quest’area.

Nella seconda metà del secolo, l’unificazione dell’Italia porta allo spostamento del bacino produttivo friulano: Mariano infatti rimane incorporata nell’Impero Asburgico e i suoi prodotti sono sottoposti a un dazio del 45%. Un aggravio insostenibile per i seggiolai marianesi, che si trasferiscono per la maggior parte a Manzano, in territorio italiano, innestando le loro tecniche e le loro energie nella preesistente produzione locale, ancora destinata alla popolazione contadina.

Alla vigilia della Prima Guerra Mondiale la produzione annua raggiunge la cifra di 1.200.000 sedie: un record, purtroppo, azzerato dagli eventi bellici, particolarmente gravosi per il Friuli.

L’industria sediaria friulana deve ricominciare da capo: già nel 1926, alla Fiera Campionaria di Milano, sono presenti alcune aziende della Regione. Nel 1927 si registrano 96 fabbriche; fortunatamente la Seconda Guerra Mondiale non è devastante come la prima per l’apparato produttivo friulano e così, nel 1951, gli stabilimenti sono già 137 con 1.237 addetti.

Sono gli anni della ricostruzione nazionale: dopo la crisi mondiale degli anni ’30 e la guerra, il Friuli è ancora una terra di emigranti. Eppure, nel “Triangolo della Sedia” si fanno sentire i primi effetti positivi: la produzione locale è tecnicamente validissima, anche se resta molto da fare sotto il profilo della sua valorizzazione e della sua commercializzazione.

Sono finiti, infatti, i tempi d’oro della Marocca e della Marsiglia. I mercati si vanno sempre più internazionalizzando e gran parte di quello riguardante il prodotto-sedia friulano è nelle mani di operatori esteri, determinando margini irrisori per i produttori e, soprattutto, una scarsa attenzione per l’identità delle aziende e l’estetica dei modelli.

Già dal loro emergere, questi problemi sono sentiti in maniera tangibile da tutto il “Triangolo della Sedia”. E, proprio per questo, nasce l’esigenza di affrontarli e risolverli insieme: nasce così il Consorzio per lo Sviluppo della Produzione Sediaria in Friuli (1957), poi il Gruppo Esportatori Sedie del Friuli (GESSEF).

In questi anni vengono inoltre avviate iniziative di formazione e di ricerca nel settore della sedia: attività in seguito istituzionalizzate con l’IPSIA (Istituto Professionale di Stato per l’Industria e l’Artigianato, 1966) e il CATAS (Centro Regionale di Assistenza Tecnica, 1969).

Agli inizi degli anni ’60 il numero delle aziende è quasi raddoppiato rispetto a dieci anni prima. Sulla spinta del successo dell’industria italiana del mobile, anche il Triangolo della Sedia friulano acquista una maggiore consapevolezza dell’importanza degli elementi “immagine”, “design”, “distribuzione”.

Nello stesso tempo, Milano si afferma come “capitale” dell’Italian Style. E, in un periodo nel quale la creatività italiana inizia a dare il meglio di sè, la realtà della sedia friulana, il suo immenso e antico patrimonio tecnico ed artigianale, le stesse possibilità espressive del prodotto-sedia non possono sfuggire ai protagonisti milanesi del design.

Gio Ponti, Carlo De Carli e Vico Magistretti sono probabilmente le prime grandi firme a segnare questo “incontro di culture”, già caratterizzato da una personale simbiosi fra l’azienda – spesso piccola ma animata da grandi energie – e il designer.

Da queste prime realizzazioni di design contemporaneo e dai primi successi così raggiunti scaturisce un’ulteriore esigenza: creare uno spazio-vetrina, un’occasione di confronto continuativa per valorizzare pienamente e a livello internazionale la sedia friulana.

E’ del 1977 il primo Salone della Sedia di Udine: una manifestazione tuttora unica al mondo e di grande importanza in Europa e nel mondo quale momento di incontro fra le aziende, i progettisti, gli operatori e gli opinion maker internazionali del settore.

Nell’ambito del Salone, nel 1983 si inserisce Promosedia con il duplice compito di promuovere la notorietà e le vendite della sedia friulana nel mondo, anche ricercando nuovi mercati, e di aiutare la crescita imprenditoriale, culturale e tecnologica delle aziende del Triangolo della Sedia.

 

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